Il Bravìo

L’ultima domenica di Agosto si svolge a Montepulciano il tradizionale “Bravìo delle Botti”, rievocazione storica di una sfida tra le otto contrade cittadine, che in passato gareggiavano con i cavalli e oggi con le botti. Le botti, dal peso di circa 80 kg ciascuna, vengono spinte e fatte rotolare da due atleti per ciascuna contrada detti “spingitori”, lungo il percorso in salita di circa 1800 metri che si snoda tra le suggestive vie del centro storico della città poliziana fino all’arrivo situato sul sagrato del Duomo in Piazza Grande.

La gara è tradizionalmente preceduta da un curato e affascinante corteo storico composto da oltre trecento figuranti che si muove per lo stesso percorso, offrendo giochi di bandiera e immagini d’altri tempi.

La parola “Bravìo” deriva dal volgare “Bravium” e sta ad indicare il premio assegnato alla contrada vincitrice, consistente in un panno dipinto recante l’immagine iconografica del patrono di Montepulciano, San Giovanni Decollato, in onore del quale si disputa ogni anno la manifestazione.

La storia delle contrade poliziane si può far risalire alla fine del XIV secolo, più precisamente al 1373, anno in cui lo Statuto Comunale dedica l’intero capitolo 30 alle disposizioni sul Palio, che appare istituito proprio con questa legge in onore del patrono di Montepulciano (29 Agosto), “e a perpetua e felice memoria del regime popolare”. Il Bravìo con i cavalli fu disputato fino al XVII secolo, poi soppresso per motivi di ordine pubblico.

I terzieri

Le contrade, che avevano un ruolo di controllo e amministrativo, vengono descritte già nello statuto comunale del 1337, IV libro del Sindaco, e con gli stessi nomi dell’epoca sono arrivate fino ad oggi e cioè: CagnanoCollazziCosteGracciano, PoggioloSan  DonatoTalosaVoltaia. Sia allora che oggi, le contrade sono raggruppate in terzi o terzieri:

Colore bianco; stemma rosa mistica; composto dalle contrade di Cagnano, Collazzi e San Donato.

Colore verde; stemma un cardo; composto dalle contrade di Coste, Talosa, Voltaia.

Colore rosso; stemma mitra e pastorale; composto dalle contrade di Gracciano, Poggiolo.

Le "Societas"

Ogni Contrada aveva la sua “Societas”, con un capo denominato “Rettore”, ed amministrava entro certi limiti i propri affari. I Rettori rappresentavano la Contrada in particolari solennità, come in quella di San Giovanni del 29 Agosto, in occasione della quale, dovevano recarsi alla Pieve di Santa Maria (quasi nello stesso luogo dove oggi si erige la Cattedrale di Montepulciano) con almeno 10 uomini ciascuno per offrire al santo un cero di 15 libbre (di 10 libbre quelli delle Contrade di Collazzi e Coste). 

In occasione della festa di Sant’Agnese il 1° Maggio, dovevano invece recarsi alla chiesa del monastero di Santa Maria Novella fuori dalla Porta di Gracciano (oggi chiesa di S. Agnese) per offrire alla Santa un cero di adeguate dimensioni. In queste due importanti feste per la comunità di Montepulciano, imponente era la partecipazione della popolazione e totale lo “schieramento” della dirigenza municipale, dal Gonfaloniere, ai numerosi “notai”, il Sindaco, il Potestà, il Giudice, gli Assessori, gli Ufficiali Forestieri e le guarnigioni delle città.

La storia delle Contrade di Montepulciano consente di avere un’idea non solo della vita della città del tempo, ma anche del suo assetto urbanistico e degli sviluppi che ebbe a cavallo tra il ‘200 ed il ‘300. Le Contrade più antiche sono sicuramente quelle del “Sasso”, ovvero della zona più alta della città, sede del primo insediamento, e cioè San DonatoTalosa e forse anche Poggiolo. Sicuramente più recenti sono Collazzi, Le CosteCagnanoVoltaia Gracciano, fino al 1281 considerate “borghi” (ovvero agglomerati esterni alla città) e che comunque diventarono Contrade entro il 1300. 

Dall’antica storia delle Contrade di Montepulciano, documentata dagli Statuti Comunali del tempo, custoditi nell’archivio storico del Comune di Montepulciano, è stata tratta tutta la simbologia moderna delle stesse, che ispirandosi al passato, ha mantenuto fino ad oggi la stessa nomenclatura, i colori, gli stemmi, la territorialità urbana, e soprattutto lo stesso modello di cerimoniale.

La storia recente del “Bravìo” inizia nel 1974 quando un parroco, Don Marcello Del Balio, ebbe l’originale idea di trasformare l’antica corsa di cavalli nella corsa delle botti. L’idea, senz’altro geniale, non poteva essere più azzeccata, vista la fama internazionale e la qualità del Vino Nobile di Montepulciano. Le botti sono un elemento importante per l’economia di Montepulciano, perché fondamentali per l’invecchiamento del Vino Nobile.

L’ultima domenica di Agosto è il giorno in cui si disputa il “Bravìo”: la mattina dalle ore 10:00 in Piazza Grande si svolgono importanti e suggestive cerimonie come l’estrazione dell’ordine di partenza delle botti, la marchiatura a fuoco, la sbandierata degli Alfieri, la consegna da parte del Comune al Magistrato delle Contrade del “Panno del Bravìo”, l’offerta dei Ceri votivi a S. Giovanni nella Cattedrale. Nel pomeriggio alle ore 15:00 inizia la sfilata del suggestivo Corteo Storico, composto da oltre trecento figuranti. Infine, alle ore 19.00 dopo il segnale dato dai rintocchi del Campanone del Comune, le botti cominciano a rotolare sulla pietra partendo dalla colonna del Marzocco. Dopo pochi minuti il “Bravìo” avrà il suo epilogo; solo una contrada potrà festeggiare la vittoria e prendere il “Panno”; le altre invece potranno dare sfoggio all’amarezza e pensare alla rivincita, senza rancore e con rispetto per il vincitore; una storia che si ripete da oltre seicento anni.

Tutta la settimana antecedente è ricca di avvenimenti ed appuntamenti importanti quali il Proclama del Gonfaloniere e il Corteo dei Ceri. Tutte le sere le Contrade sono aperte al pubblico e pronte ad accogliere con feste, cene, giochi, musica e vino a volontà. La manifestazione ogni anno richiama migliaia di presenze turistiche per tutta la settimana degli eventi, rafforzando lo spirito di tutta la comunità poliziana.

Un patrimonio italiano

Un importante riconoscimento nazionale è stato assegnato nel 2011 al Bravìo delle Botti di Montepulciano: la manifestazione poliziana è rientrata infatti nelle iniziative italiane tra sagre, feste e rievocazioni popolari degne di attenzione da parte del Ministero del Turismo. Il Ministro del Turismo, in una lettera indirizzata direttamente al Magistrato delle Contrade, ha inserito il Bravìo tra le manifestazioni che più rappresentano un momento di promozione della storia e delle tradizioni locali, valorizzando il patrimonio artistico, culturale e storico e rappresentando un importante volano per l’economia turistica italiana.

Il Bravìo è rientrato perciò in un apposito progetto ministeriale proprio per queste sue capacità di mantenere vivo il folclore del proprio territorio, pur rinnovando le rappresentazioni tradizionali, adeguandole ai tempi “e trasformandole in attrattori turistici in grado di registrare una più ampia e crescente partecipazione”.

L’idea originale di Don Marcello, con tutti i progressi e le migliorie degli ultimi anni, sta incentrando quindi sul Bravìo delle Botti e su Montepulciano, sempre più attenzione ed interesse, senza per questo correre il rischio di snaturare la manifestazione stessa dalla sua indole primaria che è quella di partecipazione collettiva e sociale di un intero paese.